Andrea Roggi nasce il 2 luglio 1962 a Castiglion Fiorentino in Toscana. Sin dall’adolescenza l’artista inizia a coltivare alcuni dei suoi numerosi interessi, tra cui la pittura e la poesia, fino al progressivo avvicinamento alla scultura. Approfondisce la tecnica scultorea frequentando per un breve periodo lo studio dell’artista Enzo Scatragli, anche egli figlio nativo di Castiglion Fiorentino.

L’evento che segna la vera svolta artistica di Andrea Roggi è rappresentato da una sua visita alla Basilica di Santa Maria Novella a Firenze, dove rimane letteralmente incantato dal forte effetto plastico dell’affresco La Trinità del pittore rinascimentale e suo conterraneo Masaccio. 

Nel 1991 fonda il laboratorio artistico La Scultura di Andrea Roggi, dove realizza interamente le proprie opere e grazie all’aiuto dei suoi assistenti riesce a creare sculture ricche di dettagli e di grandi dimensioni. Il bronzo è infatti il suo materiale, con il rito della fusione a cera persa riesce magistralmente a trasformare i modelli di argilla in veri e propri capolavori.  Nel 2017, affascinato dalle imponenti cave che circondano la città di Pietrasanta, l’artista inizia a dedicarsi alla creazione di opere d’arte in marmo.

Dalla fine degli anni ’90 diviene promotore della corrente Art for Young che ha come obiettivo quello di risvegliare nei giovani la passione per l’arte in tutte le sue forme. Il movimento artistico porta in seguito alla realizzazione del progetto il Parco della Creatività ove raggiunge la sua massima espressione.

Dal 2000 Roggi inizia una proficua collaborazione con l’Università della Georgia, con sede a Cortona, e l’Università del Texas, con sede a Castiglion Fiorentino, dove tiene seminari e corsi sulle varie tecniche scultoree.

Nei primi anni 2000 è attratto dal fascino intellettuale di Pier Francesco Greci (figura di spicco nel panorama culturale toscano) e delle sue teorie sull’arte di Piero della Francesca

Numerose sono le sue opere pubbliche in Italia — dislocate prevalentemente in Toscana e in Umbria — e all’estero.

I suoi lavori sono collezionati in molti paesi del mondo, ha partecipato ad esposizioni nazionali ed internazionali tra le quali Grand Hall Olympia, Londra; Ahoy, Rotterdam; Grand Palais, Parigi; Forum Grimaldi, Monaco; Oishi Gallery e Fukuoka City Museum in Giappone.

 


di Jacopo Bucciantini

Sconfinati mari paglierini ricoprono in estate il suolo della Toscana: luminosa biondezza del grano e dei girasoli che, inondati dalla luce, si elevano a vessillo di una terra, madre di civiltà, sapienza ed espressione, cionondimeno figlia delle fatiche e della dedizione di coloro che ivi hanno camminato.

In uno dei casolari antichi che si ergono fra le colline a difesa di quelle distese inestimabili, verso cui la comunità si dirige a passi cantilenanti, a Castiglion Fiorentino, lunedì 2 luglio 1962, viene messo al mondo un bimbo, il cui percorso emozionale lo avrebbe reso uno dei più folgoranti innovatori delle arti visive del XXI secolo: Andrea Roggi.


Roggi trascorre l’infanzia immerso nelle campagne toscane, educato secondo i veraci valori della tradizione che lo rendono un fanciullo vivace e spontaneo, tuttavia tende costantemente a guardare oltre l’orizzonte culturale che davanti gli si profila: egli avverte intimamente la necessità di esternare delle intuizioni, così ineffabili da non potersi esprimere a parole. È sovente colto dall’implacabile desiderio di comunicare al mondo intero ciò che il suo Io percepisce, serbando l’indefinibile sensazione di possedere la chiave per trascendere il linguaggio semantico.


Nell’arco dell’adolescenza, Roggi si dedica allo studio di innumerevoli discipline – dalla pittura alla chimica, dalla siderurgia alla poesia – all’infaticabile ricerca del significato della sua ispirazione: per il giovane infatti è sinestetica la concezione di un raggio lucente, teso tra amore ed estro, che unisce tutti gli esseri viventi, come fossero un ente unico.

Gli approfondimenti teorici però non soddisfano la copiosità della sua fantasia, perciò Roggi si mette in viaggio. Approda nelle più importanti città d’arte italiane dalle quali riceve la misura dell’estetica e dell’eleganza, ma soltanto giunto a Firenze, viene colto – alla stregua di Stendhal e De Chirico – da una sconvolgente visione che lo cambierà indelebilmente. Entrato nella Basilica di Santa Maria Novella, Roggi avverte l’energia misteriosa delle sue inquietudini trasportarlo dinnanzi a La trinità – affresco del pittore rinascimentale Masaccio, anch’egli vissuto nelle campagne toscane – che rivela al suo animo l’essenza ultima dei suoi connaturati impulsi.


Roggi apprende di essere egli stesso la risposta ai suoi interrogativi; apprende di essere egli stesso quella chiave tanto bramata. Comprende di custodire nel tessuto vivente dei suoi pensieri, la sostanza nodale dello spirito della Toscana e di poterlo, grazie agli interessi sviluppati negli anni, elevare ad eterno simbolo paradigmatico. Le sopraffine sfaccettature e la concretezza fisica, la delicatezza e la forza di emozioni tanto uniche, eppure tanto intrinsecamente condivise dagli esseri umani, sicché contraddittorie però inevitabilmente evidenti, Roggi concepisce di poterle plasmare mediante la scultura solamente.


Tornato dal suo cammino, nel paese natale, l’artista inizia a frequentare lo studio dello scultore Enzo Scatragli per affinare le sue tecniche, e ivi rimane per alcuni mesi. Radunate successivamente tutte le conoscenze fino a quel momento acquisite, Roggi costruisce da solo il suo laboratorio, realizzando strumenti indispensabili per la fusione del bronzo a cera persa – tecnica etrusca per la lavorazione della materia, da lui prediletta – quali forno fusorio, forgia e crogiolo.


Poco prima di raggiungere il trentesimo anno di età, nel 1991, oramai forte di numerose sperimentazioni pratiche, magistrale preparazione tecnica e vivida ambizione di estendere il percorso indicato dai maestri umanisti, Roggi inaugura la sua bottega che battezza La Scultura di Andrea Roggi. Fucina di novità e idee, lo studio presto diviene brulicante centro artistico della Valdichiana, accogliendo apprendisti da tutto il mondo; sono i migliori tra questi a restare insieme allo scultore in qualità di assistenti per la creazione dei lavori monumentali.

Ivi Roggi dà vita alle proprie opere partecipando attivamente ad ogni fase della realizzazione, a partire dal concepimento teoretico, fino al perfezionamento conclusivo. Nei dieci anni che seguono la nascita dell’attività, il Maestro toscano consolida la propria fama valicando i confini nazionali, infatti le sue sculture vengono richieste da tutto il mondo.

Nonostante il successo personale ed economico, Roggi avverte l’urgenza di dar sfogo ulteriormente al proprio amore per l’arte e alla propria filantropia, decide così di istituire Il Parco della Creatività ®, suggestivo giardino decorato con alcuni dei più significativi lavori prodotti nella bottega ad esso prossima.

Il Parco della creatività diviene quindi teatro del movimento culturale Art for Young, istituito dallo stesso Roggi, atto sia ad avvicinare i più giovani al mondo dell’arte che ad aiutare gli artisti emergenti a farsi conoscere e a trovare la propria strada. Nel corso degli anni, il Movimento è stato sviluppato per volere dell’artista, in una serie di appuntamenti autunnali ospitati all’interno del Parco, che sono risultati in un caleidoscopico scambio di prospettive e speranze, consacrando definitivamente quel luogo come cuore intellettuale della vallata.


Nei venti anni successivi, l’arte di Roggi si è puntualmente evoluta e modificata, ma non ha mai smarrito la coerenza e l’animo che fin dagli albori ne hanno contraddistinto il tratto. Insieme alla scultura, anche lo studio dell’artista è prosperato grazie alla costruzione in loco di un atelier all’avanguardia e, in un secondo momento, di una catena di gallerie d’arte, The Circle of Life Art Gallery, site nei più bei borghi toscani, quali San Gimignano, Pietrasanta e Cortona. La poetica del Maestro ha raggiunto infine ancora più distanti confini grazie alle durature collaborazioni con una vasta serie di gallerie d’arte internazionali, collocate in metropoli europee quali Londra, Parigi e Rotterdam ed in America ed Asia.


L’inesauribile dinamismo della mente di Roggi, dopo il 2015, ha portato ad una sorprendente rigenerazione della propria attività, allargando l’attenzione per la materia prima, dal bronzo fino al marmo – secondo la nobile memoria degli scultori rinascimentali. L’esperta mano del Maestro ha saputo elevare la roccia a concetto: ne sono testimonianza i nivei Alberi della Vita, di squisita manifattura, esposti in alcune delle gallerie dell’artista.


Oggigiorno Roggi persegue i sogni che fin da infante lo hanno sospinto immancabilmente, elevandosi ad equilibrato modello di artista contemporaneo, scrigno dei lasciti rinascimentali e romantici, ardentemente legato alla propria terra d’origine, la Toscana, ma dallo sguardo sinceramente rivolto all’osservazione del futuro.