RES SACRAE
HUMAN AND DIVINE
L'ANDANA
dal 2 agosto 2019
Non ereditiamo la terra dai nostri antenati,
la prendiamo in prestito dai nostri figli.
Proverbio del Popolo Navajo
Res sacra: locuzione latina (propr. «cosa sacra») […]
Nel diritto canonico, ogni cosa, mobile o immobile, destinata al culto divino con la consacrazione o la benedizione,
oppure destinata alla sepoltura dei fedeli;
le res sacrae devono essere trattate con reverenza e non possono essere adibite a usi profani,
anche se si trovino in proprietà di privati.
Os homini sublime dedit, coelumque tueri iussit et erectos ad sidera tollere vultus.
Dette (il Creatore delle cose) all’uomo sublime il volto e gl’impose di contemplare il cielo e di innalzare lo sguardo diritto alle stelle.
Publio Ovidio Nasone, Le Metamorfosi, vol.I, 85-86
Dal 2 agosto le sculture in bronzo dell’artista Andrea Roggi saranno esposte tra le incantevoli quinte paesaggistiche ed architettoniche del resort L’Andana di Castiglion della Pescaia all’interno di una mostra personale intitolata
Res Sacrae – Human and Divine (Cose Sacre – Umane e Divine).
Il soggetto è particolarmente caro all’artista: con la sua sensibilità intensamente spirituale, filosofica e sentimentale nell’accezione più alta del termine, il Maestro Roggi rende tangibile l’Intangibile realizzando materialmente le sue idee creative attraverso una sofisticata manipolazione materica del suo elemento distintivo, il bronzo, come altresì in linea con la maieutica michelangiolesca, il marmo.
Le opere suggestive del Maestro declinano il soffuso misticismo della sua poetica in forme archetipiche legate alle tematiche sacre per eccellenza: la Madre Terra, Dea della Natura e della Spiritualità, l’Albero della Vita, dall’emblematico tronco fitomorfico e le radici in risalto, la circolarità della Vita, la ciclicità del Tempo.
La Madre Terra con la sua sfericita’ e’ un motivo iconografico e simbolico da sempre prediletto dallo scultore toscano, poiché’ racchiude nel significante e nel significato la sua estetica e il suo manifesto artistico–intellettuale; appare essere ugualmente il titolo di un’opera monumentale in bronzo a forma di sfera–mondo realizzata con una tecnica particolare ideata e brevettata dal Roggi stesso, che dona una percezione materica e magmatica alla materia bronzea, sembrando essere attraversata da ataviche pulsioni ctonie e telluriche.
Altre opere monumentali, ascrivibili alla tematica dell’Albero della Vita, elemento vitale e rigoglioso della Terra Madre, sono dedicate all’Amore Salvifico (Un Nuovo Mondo, Il Riflesso della tua Anima nei tuoi Occhi, Il Nostro Amore Salverà le Nostre Radici, Immagina un Nuovo Mondo). In dialogo atemporale con l’incontaminata natura circostante, caratterizzata dalla macchia mediterranea ed alberi di olivi, sono installate anche alcune opere dell’ultima produzione del Maestro, il Cerchio della Vita ed il Tempo, che presentano una progressiva rarefazione stilistica sino a raggiungere l’astrazione formale in uno scorrere eracliteo tra figurazione e trans–figurazione.
L’artista toscano sceglie la sfera, il cerchio, il mondo come simbolo della Madre Terra insieme all’Albero (negli iconici elementi vegetali e paesaggistici toscani dell’olivo e del cipresso), con le radici evidenti ed i rami, per trasmettere la sua filosofia caratterizzata dal rispetto per la Natura, della memoria e delle tradizioni radicate alla nostra storia come al contempo la speranza della rinascita morale ed intellettuale dell’umanità grazie all’elevazione spirituale ottenuta dalla contemplazione estetica e dalla riflessione intellettuale.
In questo percorso espositivo così suggestivo, Andrea Roggi si rivela ancora una volta un assoluto virtuoso del bronzo: le sue raffinate strutture già ad un primo sguardo colpiscono per la sapienza della tecnica coniugata a soggetti oscillanti tra fremente classicismo ed astrazione in continuo omaggio alla sacralità della Natura e dell’Amore spirituale ed emotivo.
Marina Azzurra Lulli
La Terra fornisce abbastanza risorse per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l’avidità di ogni uomo.
Gandhi
Annoverata fra le dimore storiche della Toscana, la Tenuta La Badiola, all’interno della quale si trova il resort L’Andana, incarna perfettamente l’anima della propria terra, la Maremma, e riflette i fasti della sua storia passata.
Racchiusa in uno scrigno naturale d’impareggiabile bellezza, questa località fu scelta dal Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena per erigere una delle sue ville - perfettamente conservata nei suoi riconoscibili tratti medicei - che era utilizzata come sua residenza.
Nel 1800, il Granduca avviò la bonifica dell’area paludosa della Maremma - abbandonata a se stessa fin dall’epoca tardo romana - e la trasformò in un paradiso naturale in cui insediare i borghi lavorativi (le fattorie) e le residenze che avrebbero dato sviluppo all’agricoltura maremmana.
Il cuore della tenuta La Badiola, con la fattoria dell’Acquagiusta, è stato acquistato nel 2000 dalla famiglia Moretti: Vittorio Moretti, assieme alla figlia Carmen e al genero Martino de Rosa, ha ricostruito tutti gli edifici dell’antico borgo convertendo la villa principale, dimora storica, nel resort L’Andana, e le fattorie d’intorno in Casa Badiola Tuscan Inn, inaugurata nel 2009.
Nel 2016 Carmen Moretti e Martino de Rosa hanno dato vita a un nuovo, stimolante progetto che vede al loro fianco il giovane e pluristellato Chef Enrico Bartolini, per un’Andana ancora più Italiana, ancora più Toscana.