“Between Dreams and Reality
lies Invention”
David Gollins
LEONARDO E LA NOSTRA TERRA
Sporting Milano3
Inventore, pittore, scultore, scienziato e sognatore: un genio.
Nato in un piccolo paese in provincia di Firenze, Leonardo Da Vinci, grazie al suo acume intellettuale e alla sua poliedricità, incarna alla perfezione la figura dell’uomo rinascimentale ed è riconosciuto come uno dei più grandi geni nella storia dell’umanità.
In occasione dei festeggiamenti per il 500° anniversario della sua morte, il Maestro toscano Andrea Roggi rende omaggio a questa straordinaria figura grazie all’esposizione dell’opera Leonardo e la nostra Terra, memoria dell’Uomo Vitruviano leonardesco plasmato secondo lo stile e la poetica che contraddistinguono l’arte di Roggi.
La monumentale scultura in bronzo sarà esposta allo Sporting Milano3 dal 16 dicembre 2018.
LEONARDO E LA NOSTRA TERRA
Ovvero di come l’eredità spirituale del genio rinascimentale riviva nelle eccelse menti odierne
di Jacopo Bucciantini
L’antico desiderio antropologico di raggiungere il cielo, di superare i propri limiti al massimo delle proprie forze, di conoscere l’ignoto, bruciava intensamente in Leonardo da Vinci, quando scriveva: una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché è là che siete stati ed è là che desidererete tornare.
Il sogno di volare, tuttavia, fin dagli albori della civiltà, ha costantemente manifestato l’ardente – e ben più intima – necessità di elevazione connaturata negli individui: non è un caso che gli angeli – entità intermedie tra umano e divino – siano muniti di possenti ali bianche nelle iconografie canoniche in primis. Il volo è stato aspirazione etica capace di stimolare ingegno, tecnica e creatività – fino al suo primo adempimento, per merito dei fratelli Montgolfier, nel 1783 – le cui tracce sono state impresse in una serie di studi, dei quali si ricordano, dacché celeberrimi, giustappunto quelli del geniale inventore succitato: non solo egli tratteggiò la Vite Aerea e l’Ornitottero, ma tradusse invero la sua tensione verso l’aere, addirittura nella realizzazione di talune cartografie – una su tutte quella della Val di Chiana, il cui paesaggio, noto per la vasta palude, è totalmente riprodotto come fosse stato osservato perpendicolarmente dall’alto, nel mezzo di un onirico ammaraggio.
Se il lascito autoriale di Leonardo ha omaggiato indelebilmente la Toscana – basti pensare anche alla Gioconda, sul cui sfondo sembra sia stato rappresentato Ponte a Buriano – negli anni, molti Maestri hanno omaggiato lo scienziato rinascimentale con la loro arte, così come Andrea Roggi, la cui creazione “Leonardo e la Nostra Terra” si è distinta specialmente per estro ed implicazioni concettuali.
La scultura in questione, costituita interamente in bronzo, forte di un rimando lampante verso l’Uomo vitruviano, cela effettivamente la profonda riflessione di Roggi, innovatrice – benché figlia – dell’idea umanistica, pienamente incarnata dall’artista cinquecentesco. Il soggetto dell’opera, difatti, si sostanzia di fogli nobilitati dagli appunti di Leonardo, esprimendo il pensiero che la conoscenza sia l’essenza primaria dell’essere umano, la quale, parimenti a quelle pagine, spicca il volo (un rimando non casuale) per infondersi in altre menti brillanti a ricerca di un continuo slancio.
È alquanto raro godere di una scultura tanto unica da poter conciliare l’idea di una inventiva stabilmente concreta – evidente nella fattura del corpo del soggetto – con l’idea della rappresentazione intellettuale, delineata dalla delicatezza delle proiezioni degli arti.
Il valore cruciale della scultura Leonardo e la Nostra Terra del Maestro Roggi, si trova non tanto nella sapiente mano che l’ha plasmata, quanto nella inconfutabile prova che l’eredità culturale di Leonardo da Vinci, oramai scomparso da cinquecento anni esatti, sopravvive con passione all’interno dell’eccezionale talento di artisti contemporanei e conterranei, come Roggi.